15/12/2020

Il Bosco Addormentato - Rébecca Dautremer - Rizzoli Editore

Entrare in questo albo è un po’ come fare un gran bel viaggio.

Non un viaggio in treno, ma un viaggio onirico, che ci porta a cavallo tra due mondi apparentemente incompatibili, per concludere il suo percorso in un terzo mondo ancora, tutto nostro, quello della nostra memoria e della nostra infanzia.

E non è un caso che io abbia voluto iniziare questa recensione in questo modo, dedicandola ad un lettore adulto.

Siamo davanti ad una narrazione che non ha confini, che non può in nessun modo essere limitata da un’etichetta con sopra scritto “letteratura per l’infanzia”.





Rébecca Dautremer utilizza una semantica estremamente raffinata, perfettamente efficace per un lettore molto giovane, semplice, comprensibile e breve. Allo stesso tempo, però, la riempie di significanti rivolti ad interpreti maturi, stimoli in grado di andare a sollecitare quei recettori poetici che hanno gli adulti, quelli che fanno sospendere il tempo, la realtà, e ci lasciano immergere in un sogno fantastico e, magari, banalmente, tornare un po’ bambini.


Il linguaggio che Rébecca utilizza è quello di due tipologie di immagini contrapposte, una fatta di sola linea, sottile, e niente altro, a descrivere due personaggi dei quali non sappiamo nulla, sul fondo bianco della pagina, un’altra fatta di visioni ricchissime, dense di colore, di memoria e di complessità.

Un virtuosismo comunicativo di rara bellezza ed efficacia, mai fine a se stesso.

Fino alla fine si rimbalza da un mondo all’altro, fino a ritrovare il bandolo della matassa nei nostri ricordi.

Meraviglioso.

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